Quando lo scorso gennaio il virus denominato Covid-19 ha iniziato a diffondersi in Cina, assumendo presto le dimensioni di un’epidemia, nelle prime regioni colpite sono state adottate fin da subito delle misure preventive finalizzate a controllare e frenare il contagio.
Essendo la febbre, come per le influenze stagionali, uno dei sintomi principali della positività al Covid-19, si è deciso di misurare la temperatura corporea di quanti si muovevano nei luoghi di transito dove il contatto tra persone è più facile.
Nello specifico si trattava di aeroporti, stazioni dei treni e porti. Per evitare che un viaggiatore infettasse un numero elevato di passeggeri, era necessario verificarne l’eventuale positività. Per farlo, appunto, si è deciso di effettuare la misura della temperatura corporea di chi partiva e di chi arrivava. Se un viaggiatore aveva la febbre veniva immediatamente isolato e controllato.
Il problema è stato individuare lo strumento più idoneo in un contesto come quello dei luoghi di transito e superaffollati.
Per forza di cose è stata esclusa la possibilità di prendere le temperature utilizzando termometri tradizionali che richiedono comunque un contatto tra operatore sanitario e “paziente”. La natura del virus, che si trasmette rapidamente proprio per contatto, e l’elevato numero di persone transitanti, ha sconsigliato l’uso di termometri tradizionali in aeroporti e luoghi simili.
Più chance avrebbero avuto i termometri a infrarossi che consentono di lavorare senza contatto, se non fosse stato per il loro campo ridotto di misura, causa di imprecisioni e errori. E infatti all’inizio si è fatto ricorso a questo tipo di termometri prima di scegliere le termocamere.
Ma cos’è una termocamera? Si tratta di una telecamera in grado di rilevare la temperatura dell’oggetto o del corpo inquadrato dal suo obiettivo. Questo speciale tipo di telecamere è infatti sensibile alle radiazioni infrarosse emanate da un oggetto o da un corpo umano. Sono dotate di un display sul quale è possibile consultare i dati raccolti sulla temperatura e la sua distribuzione sul corpo esaminato.
Una soluzione simile consente di unire i punti di forza dei termometri tradizionali con quelli dei termometri a infrarossi: alla precisione dei primi, infatti, si affianca la misura istantanea dei secondi. Le termocamere, o termocamere infrarossi come vengono anche chiamate, forniscono misurazioni precise e immediate, senza che ci sia contatto fisico: in due parole, precisione e rapidità, ovvero le principali qualità che devono avere i controlli finalizzati a frenare il contagio da coronavirus.
Poste in luoghi affollati, come possono essere gli aeroporti e le stazioni ferroviarie, intercettano i soggetti la cui temperatura corporea è alterata, consentendo alle autorità di effettuare accertamenti.
Chi dovesse risultare febbricitante, verrebbe subito isolato, impedendo così che possa infettare altre persone.
Come per tutti i prodotti tecnologici, anche per le termocamere esistono diversi modelli.
La principale distinzione che si deve fare deriva dalle funzionalità garantite dai diversi modelli: da una parte ci sono le telecamere termiche che rilevano il calore dei corpi traducendolo in un’immagine detta “foto termica”; dall’altra quelle che oltre a questo, misurano anche la temperatura del soggetto esaminato e, in caso di valori fuori norma, avvisano i sanitari con allarmi sonori e o visivi.
Un’altra differenza è data dall’installazione delle telecamere: esistono termocamere portatili con display incorporato e utilizzabili manualmente. Il menu che le controlla è del tutto simile a quello degli smartphone. Hanno una batteria che permette di fare a meno del cavo di alimentazione. Ci sono poi le telecamere fisse collegate a un monitor esterno e prive di batteria e display incorporato. Sono gestite da un software di misura corporea con specifici parametri.
Alcune termocamere sono in grado di misurare la temperatura di interi gruppi di persone e individuare se qualcuna di esse ha valori anomali.
Lo scopo principale dell’utilizzo di termocamere è impedire la circolazione del virus e delle persone infette. Per questo i primi luoghi dove sono state usate sono aeroporti, porti e stazioni ferroviarie, luoghi notoriamente affollati e dove, quindi, è più facile si diffonda il coronavirus. Successivamente hanno adottato le termocamere anche ospedali e case di cura.
In Italia ne fanno largo uso anche la Protezione Civile e le Istituzioni Pubbliche. Avvicinandosi poi il giorno in cui riapriranno fabbriche e aziende fino ad oggi chiuse, ci si sta premunendo perché il rientro sia il più sicuro possibile e le termocamere giocano un ruolo fondamentale. Grandi aziende come ad esempio Generali e la Ferrero hanno installato telecamere termiche per monitorare e salvaguardare la salute dei propri dipendenti ed evitare l’insorgere di nuovi focolai.
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